NON SIAMO I NOSTRI LIMITI, SIAMO I NOSTRI TALENTI
- Lorenzo Poggi
- 11 mar 2020
- Tempo di lettura: 2 min
“Noi non siamo i nostri limiti. La nostra identità più profonda è nei nostri talenti.
Certo, non tutti siamo consapevoli dei nostri talenti, è vero, ma sono convinto che, ugualmente, tutti ne abbiamo almeno uno da mettere al servizio di noi stessi e degli altri, da regalare al mondo.
Ciò che fa la differenza non è la piena consapevolezza del proprio talento, semmai la fede nel fatto di possederne almeno uno, anche quando non ancora espresso.
Il discrimine fra gli esseri umani non è dunque tra chi ha talento e chi no. Il vero discrimine è fra chi lo ricerca e chi no: si può morire ignari del proprio talento, ma non si può vivere senza ricercarlo.
Certo è però che il proprio talento non si cerca chiudendosi in una stanza e concentrandosi, chiedendosi: “Qual è il mio talento?”. È nella relazione con gli altri che possiamo avanzare nella consapevolezza dei nostri talenti.
Noi possiamo aiutare gli altri a entrare in contatto coni loro talenti così come gli altri, allo stesso modo, possono aiutare noi.
Potremmo dire: aiuta gli altri a esprimere i loro talenti e gli altri aiuteranno te.
Qualunque rapporto dialogico fondato sulla curiosità dei successi dell’altro è promozione della cultura del talento.
Nel mondo in cui viviamo, la cultura del talento si afferma faticosamente: prevale l’orientamento alla correzione dei difetti a scapito dell’educazione del talento.
Con lo stesso sforzo con cui si avanza di un centimetro nel miglioramento di una carenza, si può avanzare di un metro nel potenziamento del talento, attraverso la sua espressione e finalizzazione.
Limitandosi a ridurre le carenze si possono certamente ottenere determinati standard richiesti, ma solo l’espressione e la finalizzazione dei talenti può far evolvere verso l’eccellenza.
Scopriremo che non ha alcun senso chiedere a se stessi di cambiare.
Quali possibilità di successo abbiamo dicendo per esempio a noi stessi “Devo essere diverso”?
Tendiamo a confondere la crescita di un individuo con il suo cambiamento, ma questo è a mio giudizio un equivoco: si cresce senza cambiare la propria natura d’origine, anzi, semmai allineandosi progressivamente con essa.
Evolvere non consiste dunque nel cambiare, ma nel ritrovare se stessi, la propria perfezione perduta, la propria autentica essenza, ciò che si è contaminato diventando grandi e che solo crescendo possiamo ritrovare.
Crescere significa dunque ritrovarsi.”
Il coraggio di essere te stesso - Alessandro Chelo
Sarà perché me lo ha regalato mia moglie in un momento particolare della mia vita in cui dovevo prendere una decisione importante, ma a questo libro ci sono profondamente affezionato.
Ad ogni modo ve lo consiglio.
Semplice, chiaro e incisivo, ma nient’affatto superficiale, mette in discussione pure Freud: il potere dell’adulto sul bambino che è stato e con il quale convive non va accresciuto, ma ridotto!

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