PSICOLOGIA DEL CASSETTO
- Lorenzo Poggi
- 14 mag 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Svuotare i cassetti è molto importante per i bimbi, rappresenta la prima forma di confronto con l’ignoto e con il loro inconscio.
Oggi ho letto questo, che ne pensi? Mi scrive una cara amica e mamma di tre bambini.
Secondo me i cassetti non sono così pericolosi e l’inconscio non ha la forma di un cassetto.
Prometto che sarò un po’ noioso, ma utile.
Primo.
I cassetti non sono così pericolosi perché il primo confronto con l’ignoto i bambini lo sperimentano quando vengono al mondo e atterrano su questo pianeta sconosciuto. Poi, un giorno, scopriranno i cassetti, ma allora avranno già preso confidenza con ciò che di più pericoloso potevano incontrare: gli alieni che si occupano di lui. Sempre che, ovviamente, tali esseri si siano mostrati pacifici. In caso contrario i cassetti saranno l’ultimo dei loro problemi.
Con una battuta si potrebbe quindi dire che: i cassetti sono molto importanti per i bimbi, si tratta della prima forma di confronto con i cassetti, con le pentole e con i calzini.
Secondo.
L’inconscio non ha la forma di un cassetto perché non è un contenuto, né un omino nel cervello che prende decisioni al posto nostro. L’inconscio è soltanto la caratteristica di alcuni nostri processi mentali. Potrà sembrare una sottigliezza, ma fa la differenza tra uno psicologo che vi aiuta a riconoscere e spezzare eventuali vostri automatismi controproducenti e un altro che evoca entità misteriose e poi vi dice che non volete vederle perché avete paura di affrontarle.
Talvolta, effettivamente, cambiare comporta delle scelte impegnative o delle dolorose rinunce difficili da accettare, ma non per colpa di un omino nel cervello, semplicemente perché è faticoso e magari manca qualcuno che lo capisca.
Se ne sentono molte di queste “equazioni simboliche” come quella dei cassetti, ma spesso si tratta di fuochi d’artificio che mentre vi regalano lo spettacolo vi derubano della normalità.
Tenetevi stretta la normalità, come diceva qualcuno: la vita non è una malattia.
E mettete nei vostri cassetti (mentali) quello che vi pare.
Lorenzo Poggi

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