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LA FATICA DI DIVENTARE GRANDI (E VACCINATI...)

  • Immagine del redattore: Lorenzo Poggi
    Lorenzo Poggi
  • 21 ott 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

In questo periodo sono in tanti a lamentarsi di quello che il governo e le istituzioni non fanno e non hanno fatto per gestire la difficile situazione che stiamo attraversando.

Davvero faccio fatica a esprimermi in merito, confesso la mia ignoranza in fatto di politica ed economia, ma so qualcosa di psicologia e quindi mi sento di esprimere comunque un parere al riguardo.

Penso sia giusto pretendere che le cose vengano fatte meglio o far sentire la propria voce perché la propria posizione venga considerata con maggiore attenzione, ma ho la sensazione che il più delle volte le proteste non tengano conto degli inevitabili limiti di chi ci governa.

Non mi riferisco qui a quelli politici, alle alleanze, agli scambi di favori o alla paura di perdere consenso e poltrone che, per quanto inevitabili, spesso finiscono per svuotare la politica del suo vero senso: il confronto su valori e progetti.

Mi riferisco a quelli economici (generali) e sì, anche quelli umani.

Quasi non ci si accorgesse che se "danno a me" evidentemente "non daranno a qualcun altro" (che il benessere economico di ognuno è legato a quello di tutti gli altri); quasi non ci si accorgesse che una pandemia è un problema più grosso di tutti noi, se non altro fino ad ora che non ne avevamo mai avuto esperienza.

Queste proteste mi sembrano il più delle volte quelle di un bambino che si lamenta mentre i genitori si occupano dei fratelli, se non addirittura quelle di un bambino capriccioso che non si rende conto della situazione.

Ma noi non siamo bambini (o mi sbaglio?) e forse dovremmo aver riconosciuto da tempo, al di là dell’inevitabile fatica che questo comporta, che i nostri genitori non sono onnipotenti né perfetti come credevamo… e che è inutile continuare a pretenderlo attribuendo loro le cause dei nostri mali. 

Siamo adulti (e cittadini) che, messe le antiche pretese in secondo piano, dovrebbero essersi assunti la responsabilità della famiglia (e della comunità) in cui vivono.

Perciò non dico di non protestare ed attivarsi contro le eventuali ingiustizie, ma prima di farlo, anche prima di lamentarsi dell'indiscutibile meschinità di certa politica, forse dovremmo chiederci cosa possiamo fare noi in questa situazione, là dove i nostri "genitori" (il governo e le istituzioni) non arrivano o addirittura sbagliano.

Che ce ne facciamo di passare la vita a lamentarci? Pensiamo così di poter dormire il sonno dei giusti? Mi sa che al massimo perdiamo l’occasione di realizzare il possibile, nella pandemia come nella vita.

John Fitzgerald Kennedy nel suo famoso discorso di insediamento alla Casa Bianca disse: “Non chiedetevi cosa può fare il vostro paese per voi, chiedetevi cosa potete fare voi per il vostro paese”.

Chiediamocelo. 

Altrimenti non possiamo nemmeno scandalizzarci di Trump che se ne sbatte della mascherina.



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© 2016 by Lorenzo Poggi.

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