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SE SOLTANTO TUTTO QUESTO AVESSE SENSO...

  • Immagine del redattore: Lorenzo Poggi
    Lorenzo Poggi
  • 31 ott 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

In questa era della scienza è molto probabile che allo psichiatra vengano posti quesiti un tempo appartenenti alla sfera del teologo. La gente pensa che le cose andrebbero diversamente se soltanto potesse dare un senso alla propria vita o credere in Dio o all’immortalità. Lo spettro incombente della morte spesso costituisce un potente incentivo a questi pensieri. Da tempo immemorabile l’umanità ha pensato a un Essere Supremo (uno o diversi) e all’aldilà. Solo l’uomo moderno crede di poterne farne a meno. Poiché non può vedere il trono divino in cielo con un telescopio o un radar, o appurare che mamma e papà sopravvivono ancora in forma più o meno corporea, presume che tali idee non corrispondano alla “verità”. […] Si arriva persino a rimpiangere la perdita di tali convinzioni. Ma poiché si tratta di cose invisibili e inconoscibili - Dio è aldilà della comprensione umana e l’immortalità è indimostrabile - perché dovremmo preoccuparci di ricercare prove o di appurare la verità? […] Perché allora, dovremmo privarci di idee che si rivelano utili nei momenti di crisi e che danno significato alla nostra esistenza? Come possiamo sapere che non corrispondono alla verità? Molti sarebbero d’accordo con me se dichiarassi che sono inverosimili. Ma non capirebbero che questa negazione sarebbe altrettanto inverosimile. Siamo totalmente liberi di scegliere il nostro punto di vista: si tratterà in ogni caso di una decisione arbitraria. Perché dovremmo aggrapparci a convinzioni che sappiamo essere totalmente indimostrabili? L’unica argomentazione empirica che possiamo invocare in loro difesa è che indubbiamente l’uomo ha bisogno di idee e convinzioni complessive che diano un senso alla sua vita e gli permettano di trovare il suo posto nell’universo. Può sopportare i più incredibili sacrifici quando è convinto che abbiano senso, mentre si sente annichilito quando, oltre a tutte le sventure che deve subire, si trova costretto ad ammettere di essere protagonista di una vicenda assurda.

È vero che l’uomo civilizzato ha acquisito un certo livello di libero arbitrio che può applicare quando vuole. […] Possiamo perfino fare a meno di rivolgere la preghiera quotidiana alla divinità perché ci conceda il suo aiuto. Possiamo portare a termine tutto quel che ci proponiamo di fare ed è per noi addirittura scontato che un’idea possa essere tradotta in azione senza difficoltà. […] Tuttavia l’uomo vuole ignorare il fatto che, pur con tutta la sua razionalità ed efficienza, è posseduto da poteri che si sottraggono al suo controllo. Gli dèi e i demoni non sono affatto scomparsi, semplicemente hanno assunto nuovi nomi. Lo perseguitano con l’inquietudine, vaghi timori, complicazioni psicologiche, un insopprimibile bisogno di pillole, alcool, tabacco, diete […] e soprattutto con una gamma impressionante di nevrosi.

Corsivo mio.

[da “Simboli e interpretazione dei sogni” di Carl Gustav Jung]

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