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E UNA SIEPE? L'HAI MAI PROVATA?

  • Immagine del redattore: Lorenzo Poggi
    Lorenzo Poggi
  • 21 mar 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Oggi, oltre ad essere il primo giorno di primavera è la giornata mondiale della poesia e, per quanto ormai sentita e risentita, vi ripropongo questo “evergreen”…

Perdonami Giacomo se parlo del tuo capolavoro come una hit! È solo un misero trucco per chi fosse prevenuto!

Sempre caro mi fu quest’ermo colle

e questa siepe che d tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando interminati

spazi di là da quella e sovrumani

silenzi e profondissima quiete,

io nel pensier mi fingo ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante,

io quello infinito silenzio a questa voce

vo comparando e mi sovvien l’eterno

e le morte stagioni e la presente

e viva e il suon di lei. Così tra questa

immensità s’annega il pensiero mio

e il naufragar m’è dolce in questo mare.

[Giacomo Leopardi - L’infinito - 1819]

Voi ce l’avete una siepe oltre la quale guardare il cielo?

Ce l’avete un posto, un momento della giornata, della settimana, della vita… in cui potete raccogliervi, rilassarvi e guardare il cielo, il mare, la città dall’alto… le cose, la vostra vita da un’altra prospettiva?

Ce l’avete un momento per parlare con voi stessi, con calma, per formulare le vostre domande e ascoltare le risposte che vi date, le idee che vi vengono in mente?

Be’, se non ce l’avete, prima di consultare uno psicologo (che in fondo la prima cosa che vi offre è proprio questa), trovatevi un posto e un momento del genere, altrimenti altro che “naufragare dolce nel mare dei pensieri”… non dico che state invitando a cena depressione e attacchi di panico, ma come si fa a non essere depressi o angosciati se non si ha mai il tempo di provare a dare un senso che da un po’ di pace alla propria vita?

Buona poesia.

PS: Giacomo Leopardi non era uno sfigato che non poteva trovare altra consolazione se non nella poesia, era un uomo in grado di guardare oltre le avversità. Coi controca++i diremmo oggi.

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