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NON ESSERE CAPITI FA IMPAZZIRE

  • Immagine del redattore: Lorenzo Poggi
    Lorenzo Poggi
  • 16 ott 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

“Mi sento terribilmente frustrato e chiuso in me stesso quando tento di esprimere qualcosa che sento profondamente mia, che è parte della mia sfera privata, del mio mondo interiore e l’altro non comprende. Quando mi assumo il rischio di tentare di comunicare qualcosa di molto personale a un altro individuo e la cosa non è né recepita né compresa, ciò costituisce un’esperienza molto deprimente e mi fa sentire solo. Sono giunto a ritenere che sono esperienze del genere a rendere alcune persone psicotiche. Queste sentono di dover rinunciare all’idea che qualcuno possa capirle. Una volta che abbiano perso questa speranza, il loro mondo interiore, che diventa sempre più bizzarro, è l’unico luogo in cui possano vivere. Non possono più vivere in alcuna situazione umana partecipata. Posso simpatizzare con loro perché so che quando tento di condividere un qualche sentimento che sia privato, prezioso e inconsueto e quando questa comunicazione va incontro a valutazioni, a rassicurazioni e alla distorsione di ciò che intendo, allora la mia prima reazione è: “Oh, ma a che serve?”. In momenti simili si capisce cosa vuol dire essere soli.”.

[Carl Rogers - Un modo di essere - 1980]

 
 
 

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© 2016 by Lorenzo Poggi.

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