NON HO BUONE NOTIZIE
- Lorenzo Poggi
- 17 apr 2020
- Tempo di lettura: 2 min
In questo periodo si parla spesso dell’importanza degli psicologi nella gestione dell’emergenza e nella successiva fase di ripristino della normalità.
Non metto in dubbio che la Psicologia possa in questo senso offrire preziosi consigli ai singoli o per una migliore organizzazione delle istituzioni in questa delicata situazione, ma ho l’impressione che, più o meno esplicitamente le si chieda qualcosa di più, quasi un rimedio generale contro la Paura, del virus e del futuro.
Il fatto è che l’unico rimedio a questa paura è la Rivoluzione, dentro e fuori di noi.
Sì perché metà di quella Paura è più che giustificata: oggi si rischiano la Vita e il Lavoro. E quindi non c’è rimedio che tenga al di là del proteggersi, del rimboccarsi le maniche e, ahimè, anche del trovare un compromesso tra queste due cose.
Mentre l’altra metà nasce dal fatto che fino a ieri ci sembrava impossibile una cosa del genere: credevamo di essere invincibili. E ora, perdonate il linguaggio, ci caghiamo sotto perché abbiamo scoperto che le cose non stanno così. Non è invincibile la nostra Scienza, non è invincibile la nostra Economia: entrambe sono preziose, ma altrettanto fragili. E per questo l’unico rimedio è la disillusione e fare pace con la realtà.
Ci vuole quindi una Rivoluzione interiore, ma anche politica (nel senso di collettiva), per tornare a convivere con la nostra Vulnerabilità - come del resto abbiamo sempre fatto prima di montarci la testa in questi ultimi anni - così come ci vuole la Rivoluzione per trovare il Coraggio (l’unico rimedio appunto contro la Paura) di chiederci “dove stavamo correndo”, sul lavoro, ma anche a casa e dentro di noi.
Per non parlare dell’esame di Coscienza che dovremmo farci quando vediamo tornare i pesci nei canali di Venezia, i delfini nel porto di Cagliari, gli animali selvatici che si azzardano in città e l’aria che torna pulita come non lo era mai stata da decenni. Anche questo dovrebbe aiutarci a ridimensionare la nostra Paura.
Altrimenti possiamo fare come ci siamo abituati sempre di più in questi ultimi anni: trasformare i problemi umani in patologie, imbottirci di psicofarmaci e continuare a correre tristi e confusi.

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